giovedì 17 febbraio 2011

istinto materno


:: Ho letto l'articolo di Internazionale sul libro di Amy Chua, una professoressa cino-americana dell’università di Yale «Inno di battaglia della madre tigre», un saggio sui metodi educativi estremi di molti genitori cinesi e adottati anche dall’autrice. C'è molta polemica in America visto che nei test comparativi internazionali le scuole di Shanghai sbaragliano tutti mentre i ragazzi di quelle Usa si classificano al 31° posto per la matematica, al 15° nella lettura e al 23° nelle scienze
dal libro di Amy Chua:
"Un sacco di persone si chiedono come facciano, i genitori cinesi, a crescere bambini così di successo. Si chiedono che cosa facciano, questi papà e mamme, per tirare su tanti geni della matematica e musicisti prodigiosi, si chiedono come ci si sente dentro le loro famiglie, si chiedono se potevano farlo anche loro. Ebbene, io posso dirglielo, perché l’ho fatto. Ecco alcune cose che le mie figlie, Sophia e Louisa, non sono mai state autorizzate a fare:
- partecipare a un pigiama party
- andare a giocare con le amiche
- partecipare a una recita scolastica
- lamentarsi di non poter partecipare a una recita scolastica
- guardare la televisione o giocare al computer
- scegliersi da sole le attività extracurricolari
- prendere un voto inferiore a una A*
- non essere il miglior studente in tutte le materie, ad eccezione di ginnastica e teatro
- suonare uno strumento diverso dal pianoforte o dal violino
- non suonare il pianoforte o il violino
Quello che i genitori cinesi hanno capito è che niente è divertente finché non si è bravi a farlo. Per diventare bravi in qualcosa bisogna lavorare. Ma da soli i bambini non vogliono lavorare, quindi è cruciale ignorare le loro preferenze. Questo spesso richiede forza d’animo da parte dei genitori, perché il bambino farà resistenza; le cose sono sempre difficili all’inizio, ed è in questa fase che i genitori occidentali tendono a rinunciare. Tuttavia, se eseguita correttamente, la strategia cinese avvia un circolo virtuoso. La tenace «pratica, pratica, pratica» è fondamentale per l’eccellenza; l’apprendimento tramite la ripetizione mnemonica è sottovalutato in America. Una volta che un bambino inizia ad eccellere in qualcosa, – che sia la matematica, il pianoforte, lanciare la palla da baseball o il balletto – ottiene complimenti, ammirazione e soddisfazione. Così si costruisce la fiducia e si rende divertente quello che prima non lo era. A sua volta è più facile per i genitori fare in modo che il bambino lavori ancora di più. I genitori cinesi possono ottenere quello che i genitori occidentali non possono avere. 
I genitori cinesi chiedono voti perfetti perché credono che i loro figli possano ottenerli. Se il loro bambino non ce la fa è perché il bambino non ha lavorato abbastanza. Ecco perché la soluzione a prestazioni sotto gli standard è sempre quella di criticare aspramente, punire e far vergognare il bambino. Il genitore cinese ritiene che suo figlio sarà abbastanza forte da caricarsi la vergogna addosso e di migliorare a partire da quella.
Il succo è che i bambini cinesi devono spendere la loro vita nel ripagare i genitori, obbedendogli e rendendoli orgogliosi. Al contrario, non credo che molti occidentali abbiano la stessa idea sui loro bambini, cioè che i figli siano perennemente in debito con i loro genitori.
….
«Ma Lulu e Sophia sono persone diverse» sottolineò Jed.
«Oh no, non questo», dissi, roteando gli occhi. «Ognuno è speciale a modo suo» ho scherzato sarcastica. «Anche i perdenti sono speciali a modo loro. Beh, non ti preoccupare, non devi muovere un dito. Sono disposta a metterci tutto il tempo che ci vuole, e sono felice di essere io quella odiata. E tu puoi essere quello che loro adorano perché gli prepari frittelle e le porti a vedere gli Yankees».
Mi arrotolai le maniche e tornai da Lulu. Usai tutte le armi e le tattiche che mi venivano in mente. Ci esercitammo durante la cena e nella notte, e non lasciai che Lulu si alzasse, né per bere né per andare al bagno. La casa diventò una zona di guerra, io rimasi senza voce a forza di urlare, ma ancora non c’erano progressi, e anch’io iniziai ad avere dubbi. Poi, di punto in bianco, Lulu ci riuscì. Le sue mani improvvisamente si coordinarono, destra e sinistra facevano ognuna il proprio dovere. Lulu se ne rese conto nello stesso momento in cui lo compresi io. Trattenni il respiro. Ci riprovò. Suonò con più sicurezza e più velocemente, e il ritmo era quello giusto. Un attimo dopo, era raggiante. «Mamma, guarda, è facile!». Dopo di che, voleva suonare il pezzo più e più volte e non voleva lasciare il piano.
I cinesi hanno solo una idea completamente diversa di come fare. I genitori occidentali cercano di rispettare l’individualità dei propri figli, incoraggiandoli a perseguire le loro vere passioni, sostenendo le loro scelte, e fornendo loro il rinforzo positivo e un ambiente educativo. Invece i cinesi ritengono che il modo migliore per proteggere i propri figli sia di prepararli per il futuro, facendo vedere loro di che cosa sono capaci, e equipaggiandoli di competenze, abitudini di lavoro e fiducia interiore di cui nessuno potrà mai privarli."
Ecco siccome ho 3 figli l'educazione è come dire argomento di prassi da queste parti e dopo aver letto di Amy Chua alcune considerazioni mi vengono: non credo negli estremismi nemmeno se a fin di bene, mi viene il dubbio che i figli geni cresciuti dai genitori cinesi di cui parla Amy Chua poi magari non sono felici di esserlo e odiano i genitori e sopratutto non condivido quest'ansia che attanaglia i genitori e si riversa sui figli per ottenere  successo  e  affermazione a tutti costi.
Vedo spesso  genitori che  controllano totalmente i figli  programmano il loro tempo con ogni attività e concedono ogni bene materiale al primo capriccio, genitori che non usano l'istinto che si fidano solo di quello che dice il pediatra, lo psicologo. Tutte queste opportunità saranno poi così fondamentali tali da sostituire un sano rapporto fatto di semplicità e amore che poco si rapportano con questa disciplina da caserma? Non ho insegnamenti e formule educative di successo imparo giorno per giorno ho un'adolescente 16enne primogenita (!!?) con la quale mi metto in discussione ogni giorno e sono convinta dell'enorme importanza del credere nel proprio ruolo per stabilire da subito una connessione con i propri figli fatta di affetto sostegno incoraggiamento poche regole che io chiamo valori invece di seguire un modello educativo imposto che non tiene conto delle varianti, delle persone e dei loro caratteri.
Voglio dare il meglio ai miei figli almeno cerco ma senza impormi con sterili regole voglio accompagnarli nella crescita farne persone libere.
Mi piace molto quello che scriveva Marcello Bernardi più di 20 anni fa in "Educazione e libertà": "gli adulti dimenticano che il mestiere del bambino è andare verso il mondo e il loro è aiutarlo ad andarci.
La libertà è il presupposto dell'educazione. E l'obiettivo più importante dell'educazione è la libertà stessa."
Desidero che i miei figli crescano con il rispetto, l'onestà, la ricerca della verità, l'amore, la partecipazione, a non essere obbedienti ma indipendenti con un pensiero libero, cerco di dargli gli strumenti per capire, per essere se stessi facendo esperienza senza paure, senza pressioni e la possibilità di cadere e rialzarsi.

2 commenti:

  1. sottoscrivo anch'io quello che pensi tu.
    ciao

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  2. ciao,
    una volta ti scrissi un post sottolineando alcuni punti comuni tra la tua vita e la mia, ora noto con divertimento che il tuo secondogenito è pettinato esattamente! come il mio primogenito e si somigliano anche un pò...(boy ha 11 anni tra un mese, il tuo?)...
    Sfiancata da un principio di bronchiolite che ora sembra andare un pò meglio e da un inverno che non finisce più leggo il tuo post e davvero avrei potuto scriverlo io, che non è che non mi interroghi di continuo sulla loro educazione, ma davvero, alla fine, penso che non serve a nulla ottenere tutti i successi del mondo se poi non hai le risorse affettive ed emotive per vivere e goderti quello che la vita di bello ti porta.
    Essere madre, per esempio, mi ha talmente riempita di gioia e di senso da allontanare da me molte altre cose che pure, prima, mi sembravano importanti.
    Allora mi dico: cosa mi sarei persa se non avessi sviluppato negli anni la capacità di ascoltarmi e mi fossi concentrata unicamente nel raggiungimento di un obiettivo?
    Forse oggi sarei una persona di maggior successo, ma so per certo che sarei anche meno felice, e alla fine casa è che conta di più, il successo o la felicità?
    a presto
    calzelunghemom

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